Oppido Mamertina: la statua della Madonna fa l’inchino al boss. Solo i carabinieri lasciano la processione
lunedì 7 luglio 2014
Il Santuario Maria SS. delle Grazie nella frazione Tresilico di Oppido Mamertina
Le forti parole e la chiara scomunica agli , pronunciate da Papa Francesco a Cassano all’Ionio sono rimaste inascoltate. È accaduto mercoledì 2 luglio a Tresilico, una frazione di Oppido Mamertina, millenaria città episcopale sede della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, in provincia di Reggio Calabria.
Durante la processione della statua di Maria Santissima delle Grazie, la stessa è stata fatta sostare in prossimità dell’abitazione di colui che viene ritenuto essere il capo di una nota famiglia di ‘ndrangheta, condannato all’ergastolo per omicidio e associazione mafiosa, e ritenuto uno dei principali protagonisti della cruenta faida tra le cosche della ‘ndrangheta di Oppido Mamertina verificatasi negli anni ’90, che ha sterminato persino donne e bambini e che ha lasciato sul selciato quasi un centinaio di morti ammazzati. Uno di questi morti venne dato vivo in pasto ai maiali.
Il maresciallo dei carabinieri, comandante della locale stazione, resosi immediatamente conto della gravità di quanto stava avvenendo, ha lasciato la processione in segno di protesta. Le autorità civili e religiose presenti hanno continuato a seguire la processione.
Fonti[]
- Michele Albanese «Il fatto La statua della Madonna fa l’inchino al boss Il maresciallo dei carabinieri lascia la processione» – Il Quotidiano della Calabria, 6 luglio 2014
- Lucio Musolino «Oppido, il parroco dice ai fedeli in chiesa di prendere a schiaffi il giornalista del Fatto» – Il Fatto Quotidiano, 6 luglio 2014
- Redazione Online «Calabria Dda apre inchiesta: forse relazioni tra i portatori della statua e il boss» – Corriere della Sera, 7 luglio 2014
- Fiorenza Sarzanini «Le conseguenze Processione di Oppido: denuncia per 25 portatori e per il mandante» – Corriere della Sera, 7 luglio 2014
- «Oppido Mamertina: il commento di Mons. Nunzio Galantino» – Tele Cosenza, 7 luglio 2014
- «Inchino Madonna al boss, capo dei vescovi calabresi: “Preti dovevano scappare”. Dda avvia indagine» – La Repubblica, 7 luglio 2014
- Online newsdesk – English translation by Giles Watson «Statue of Virgin Stops at Boss’s Home» – Corriere della Sera, 7 luglio 2014
Collegamenti esterni[]
- Redazione Online «Il Papa in Calabria: da Castrovillari a Cassano dove fu ucciso il piccolo Cocò» – Corriere della Sera, 21 giugno 2014
- Saverio Puccio «‘Ndrangheta Picchiato e dato in pasto ai maiali ancora vivo Ecco come si uccide nella guerra tra clan reggini» – Il Quotidiano della Calabria, 26 novembre 2013
- Roberto Saviano «Criminal faith» – La Repubblica, 7 luglio 2014
- «Calabria, inchino al boss: tutti identificati i portatori della statua della Madonna» – La Repubblica, 9 luglio 2014
- Carlo Macrì ««Inchino» a Oppido, cronista sotto scorta: cosche pronte ad attentato» – Corriere della Sera, 18 luglio 2014
April 9, 2013
Assenteismo al Comune di Reggio Calabria: 17 dipendenti arrestati e altri 78 indagati
Assenteismo al Comune di Reggio Calabria: 17 dipendenti arrestati e altri 78 indagati
martedì 9 aprile 2013

Palazzo San Giorgio sede del Comune di Reggio Calabria
Reggio Calabria: l’indagine denominata “Torno Subito” condotta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e coordinata dal Procuratore della Repubblica facente funzioni, Ottavio Sferlazza, e dal sostituto Antonella Crisafulli, ha consentito di scoprire 95 dipendenti infedeli del Comune di Reggio Calabria accusati di assenteismo e truffa ai danni del Comune. In 17 sono finiti agli arresti domiciliari in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura. Altri 42 saranno interrogati dal Gip avendo la Procura della Repubblica chiesto la sospensione dai pubblici uffici, mentre i restanti risultano indagati.
L’indagine prende avvio in seguito alla segnalazione, risalente al novembre del 2010, inviata alla Guardia di Finanza dall’allora Sindaco facente funzione Giuseppe Raffa che informava per iscritto il Comandante del Gruppo che “presso il Comune di Reggio Calabria ed in particolare all’interno della sede storica ubicata in Palazzo San Giorgio, si erano verificati alcuni episodi di assenteismo del personale dipendente”.
I finanzieri hanno seguito i dipendenti passo passo per un mese esatto, ossia dal 21 aprile al 21 maggio 2011. E per ognuno di loro, a seconda del numero di episodi e sulla base di un’informativa depositata a marzo scorso, è stato confezionato un capo d’imputazione specifico. Nell’informativa dei militari sono contenute relazioni di servizio sui pedinamenti, fotografie, immagini video con tanto di telecamere piazzate all’ingresso degli uffici e sulle macchinette “marca tesserino”. Ottenendo così la prova del fatto che in realtà i badge venivano “passati” da colleghi degli assenteisti. Un’operazione che avveniva a turno. Così c’era sempre qualcuno che “timbrava” per altri colleghi. A questo si aggiungeva il fatto che molti dopo aver “marcato” il tesserino tornavano a uscire senza problemi. Le telecamere all’esterno del Comune, infatti, hanno ripreso decine di autovetture che si fermavano all’ingresso per brevi soste, giusto il tempo di timbrare e ripartire.
Fonti[]
- (ANSA) «Assenteismo al Comune arrestati 17 impiegati» – Gazzetta del Sud, 9 aprile 2013
- Giuseppe Baldessarro «Assenteismo a Reggio Calabria: arrestati 17 dipendenti del Comune» – La Repubblica, 9 aprile 2013
- «Nuovo terremoto sul Comune di Reggio Calabria Arrestati per assenteismo 17 impiegati, 78 indagati» – Il Quotidiano della Calabria, 9 aprile 2013
- «Assenteismo al Comune di Reggio, 17 in manette» – Calabria Ora, 9 aprile 2013
- Stefano Perri «Operazione “Torno Subito”: il sistema dei dipendenti assenteisti al Comune di Reggio» – Strill.it, 9 aprile 2013
- «Assenteismo al Comune, complessivamente 95 gli indagati» – ReggioTV, 9 aprile 2013
- 9 aprile 2013
October 9, 2012
\’Ndrangheta: sciolto il consiglio comunale di Reggio Calabria
‘Ndrangheta: sciolto il consiglio comunale di Reggio Calabria
martedì 9 ottobre 2012

Palazzo San Giorgio sede del Comune di Reggio Calabria
Il Consiglio comunale di Reggio Calabria è stato sciolto per contiguità con organizzazioni mafiose (ex art. 143 d.lgs. 267/2000 Legge contro le infiltrazioni mafiose negli enti locali), il provvedimento è stato adottato questo pomeriggio dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri che a sua volta ha basato la decisione sulla relazione del Prefetto di Reggio Calabria redatta al termine dell’indagine amministrativa svolta da una apposita Commissione prefettizia d’accesso presso il comune reggino. La Commissione d’accesso ha ricostruito le contiguità con la ‘ndrangheta, individuate soprattutto nelle società partecipate quali la Multiservizi e la Leonia.
Decisione importante quella adottata dal Governo considerando che è la prima volta che viene adottata tale misura per un Capoluogo di Provincia.
L’ente locale era retto da circa dieci anni dal centrodestra infatti dal 2002 al 2010 Sindaco della città è stato l’attuale Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti poi un anno di reggenza da parte del vice Giuseppe Raffa e ora Demetrio Arena, fedelissimo del Governatore Scopelliti, eletto nel maggio 2011 con oltre il 54% dei voti.
Da domani saranno all’opera i tre Commissari prefettizî che svolgeranno, per un periodo di 18 mesi prorogabili fino a 24, contemporaneamente l’attività di Sindaco, Giunta e Consiglio comunale; I commissari dovranno bonificare un ente che secondo quanto trapelato a seguito delle indagini della magistratura e delle autorità amministrative era fortemente influenzato dalla ‘ndrangheta da tantissimi anni.
Fonti[]
- «Sciolto il comune di Reggio Calabria» – Il Corriere della Calabria, 9 ottobre 2012
- Francesco Ridolfi «Reggio, l’attesa è finita: il Consiglio dei ministri scioglie il Comune per infiltrazioni mafiose» – Il Quotidiano della calabria, 9 ottobre 2012
- Giuseppe Baldessarro «Il Viminale scioglie per mafia il comune di Reggio Calabria» – La Repubblica, 9 ottobre 2012
- Carlo Macrì ««Rapporti sospetti con le cosche» Sciolto il Comune di Reggio Calabria» – Corriere della Sera, 9 ottobre 2012
- Redazione «Reggio Calabria, sciolto il Comune per “contiguità” con organizzazioni mafiose» – Il Fatto Quotidiano, 9 ottobre 2012 (contiene la pubblicazione integrale della relazione della Commissione d’Accesso) Relazione in PDF
- Consolato Minniti «E Reggio arriva al capolinea» – Calabria Ora, 10 ottobre 2012
- Carlo Macrì «Reggio Calabria, le municipalizzate l’ultima frontiera per le cosche» – Corriere della Sera, 10 ottobre 2012
February 8, 2012
Giuseppe Pignatone andrà a Roma
Giuseppe Pignatone andrà a Roma
mercoledì 8 febbraio 2012
Giuseppe Pignatone, l’attuale Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, è stato indicato all’unanimità dalla V sezione del CSM come nuovo Procuratore capo di Roma. Ora la decisione passerà al vaglio del plenum del CSM e prima ancora ci sarà il parere non vincolante del Ministro della Giustizia, ma questi ultimi due passaggi sono delle formalità; Pignatone prenderà il posto lasciato vacante da Ferrara, attuale sottosegretario di Stato al Ministero dell’interno.
Nei quattro anni precedenti Pignatone ha svolto il ruolo di Procuratore alla Procura di Reggio Calabria, e prima ancora a Palermo, combattendo il fenomeno della ‘ndrangheta. A questo proposito ha dichiarato: «Non c’è una sola fetta sociale vergine e i rischi di contagio sono costanti. Ciò è essenzialmente dovuto al crescente ruolo degli enti locali, agli appalti, alle assunzioni, alla fornitura dei servizi, nel quadro del controllo del territorio che le cosche perseguono».
Fonti[]
- «Commissione direttivi del Csm: Giuseppe Pignatone nuovo procuratore capo a Roma» – Il Fatto Quotidiano, 7 febbraio 2012
December 22, 2010
Elettricista taurianovese assolto dal reato di violenza sessuale
Elettricista taurianovese assolto dal reato di violenza sessuale
Reggio Calabria, mercoledì 22 dicembre 2010
Taurianova (Reggio Calabria) – Il Tribunale collegiale di Palmi ha assolto un elettricista taurianovese (D. N.) dall’accusa di violenza sessuale nei confronti di una donna residente nella frazione di San Martino. Quest’ultima aveva riferito alla Polizia di essere stata molestata dal professionista dopo averlo contattato per far riparare un guasto occorso al suo frigorifero.
Secondo la ricostruzione della donna, l’elettricista le avrebbe palpato il seno e cercato di alzarle la gonna. Le molestie sarebbero proseguite nel pomeriggio dello stesso giorno. Concluse le indagini preliminari, il Pubblico Ministero ha chiesto il rinvio a giudizio, mentre la donna si è costituita parte civile.
Il Tribunale di Palmi, dopo aver ascoltato gli agenti del Commissariato ha tuttavia deciso di assolvere con formula ampia D. N. dal reato di violenza sessuale accogliendo la tesi del suo avvocato che ha evidenziato, grazie ad un serrato controesame, molte incongruenze in quanto dichiarato dalla presunta vittima.
Fonti[]
- [IT] – Luigi Palamara «Elettricista taurianovese assolto dal reato di violenza sessuale: si è concluso un dramma umano e professionale» – Mediterraneonline.it, 21 dicembre 2010
December 19, 2010
È morta Orsola Fallara: la dirigente del Comune di Reggio Calabria aveva tentato il suicidio ingerendo acido muriatico
È morta Orsola Fallara: la dirigente del Comune di Reggio Calabria aveva tentato il suicidio ingerendo acido muriatico
domenica 19 dicembre 2010

Palazzo San Giorgio sede del Comune di Reggio Calabria
Non ce l’ha fatta Orsola Fallara, è deceduta nel reparto di rianimazione degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria verso le ore 13:00 di venerdì 17.
La dirigente al settore Finanze e Tributi del Comune di Reggio Calabria aveva tentato il suicidio ingerendo acido muriatico. Dopo aver tenuto una conferenza stampa nel pomeriggio di mercoledì 15, nella tarda serata la dottoressa Fallara si era recata a bordo della sua auto presso il porto cittadino e verso la mezzanotte aveva messo in atto il suo gesto estremo. Forse in un disperato tentativo di salvarsi aveva chiamato il 112. Soccorsa da un’ambulanza del 118, avvertita tempestivamente dai militari dell’Arma, era stata trasportata presso l’ospedale della città dello stretto, dove le sue condizioni erano apparse subito gravissime. Sottoposta il giorno dopo a un delicato intervento chirurgico demolitivo-ricostruttivo, per asportare gli organi danneggiati irreversibilmente dall’acido e per ricostruire l’esofago.
Per otto anni a fianco dell’ex sindaco Giuseppe Scopelliti, una volta che questi era stato eletto presidente della regione Calabria, per la Fallara era iniziato un rapporto teso con il nuovo sindaco facente funzioni Giuseppe Raffa.
Accusata dall’ex assessore regionale Demetrio Naccari Carlizzi di essersi liquidata indebitamente ingenti compensi per rappresentare il Comune davanti alla Commissione tributaria, l’accusa era sfociata in un esposto alla procura della Repubblica che aveva aperto un’inchiesta per abuso d’ufficio. Nella conferenza stampa di mercoledì scorso, la Fallara, che nel frattempo era stata sospesa per un mese dal suo incarico dal sindaco Giuseppe Raffa, pur continuando a negare di aver compiuto atti illegittimi, ammetteva di aver sbagliato, annunciava le sue dimissioni dal suo incarico di dirigente e chiedeva scusa alla sua famiglia e all’ex sindaco Giuseppe Scopelliti. In serata la vettura della Fallara era stata misteriosamente danneggiata ed era stato rubato il cellulare custodito nell’abitacolo. La dirigente aveva denunciato l’accaduto ma nulla lasciava presagire il gesto estremo che si sarebbe consumato di lì a poco.
Fonti
- Piero Gaeta «Orsola Fallara: ho sbagliato e mi dimetto» – Gazzettadelsud.it, 16 dicembre 2010
- Pino Toscano «Orsola Fallara sbatte la porta alla vita» – Gazzettadelsud.it, 17 dicembre 2010
- Lucio Musolino «Dirigente comune di Reggio Calabria tenta il suicidio, accusata di reati amministrativi» – Ilfattoquotidiano.it, 16 dicembre 2010
- Lucio Musolino «Reggio Calabria, suicidio nel regno di Giuseppe Scopelliti» – Ilfattoquotidiano.it, 17 dicembre 2010
- Giusva Branca «Passano gli anni ma otto son lunghi e l’acido ne ha fatta di strada…» – Strill.it, 17 dicembre 2010
Collegamenti esterni
- Giuseppe Baldessarro (da Il Quotidiano della Calabria) «Caso Fallara: indagato l’Architetto Labate» – Strill.it, 16 febbraio 2011
- Antonello Caporale «Il caso Fallara, vita e morte di un funzionario pubblico» – Repubblica.it, 29 giugno 2012
June 5, 2008
Guardia di Finanza di Reggio Calabria scopre tre falsi non vedenti con la patente
Guardia di Finanza di Reggio Calabria scopre tre falsi non vedenti con la patente
giovedì 5 giugno 2008
La Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con una serie di pedinamenti e filmati ripresi di nascosto, ha smascherato tre falsi non vedenti. I tre, G.D., T.A. e M.D., che percepivano un’indennità di invalidità totale, sono stati denunciati per truffa ai danni dello Stato; secondo quanto scoperto dagli agenti, nonostante una certificazione di cecità assoluta, circolavano in totale autonomia per le vie della città, anche al volante di autovetture.
In particolare, uno dei tre è stato sorpreso mentre accompagnava, come di consueto e senza alcuna limitazione, i nipoti a scuola; un altro è risultato in possesso della patente di guida, rinnovata regolarmente; il terzo ha precedenti penali per pascolo abusivo.
La truffa è stata scoperta durante accertamenti negli ambiti delle prestazioni sociali e delle erogazioni di indennità di accompagnamento. Immediato il sequestro e il blocco delle erogazioni delle pensioni da parte del GIP del Tribunale di Reggio Calabria.
Denunciato anche un membro della Commissione medica invalidi di Reggio Calabria – che aveva riconosciuto la loro inabilità – raggiunto da un avviso di garanzia. Questi, avrebbe falsificato certificati medici della Divisione Oculistica dell’Ospedale Reggio Calabria e di altri sanitari, all’oscuro di quanto avvenuto, esprimendo poi in commissione falsi giudizi sullo stato visivo dei tre soggetti. Il danno nei confronti dello Stato è stimato intorno ai 200 000 euro.
Sono in corso ulteriori indagini per il recupero delle somme già erogate e l’individuazione di eventuali altri soggetti che avrebbero percepito indennità illegali.
Fonti[]
- «Falsi ciechi alla guida dell’auto» – Nuova Cosenza, 5 giugno 2008
February 13, 2008
Reggio Calabria: si arrende l\’uomo barricato in un asilo
Reggio Calabria: si arrende l’uomo barricato in un asilo
mercoledì 13 febbraio 2008
L’uomo che da tre ore e mezza teneva in ostaggio 6 bambini dell’asilo “Il girotondo”, a Reggio Calabria si è arreso da poco. A fargli cambiare idea sono state le parole di un cugino.
Indice
La sequenza dei fatti[]
Alle ore 12:00, l’uomo, Christian Familiari di 32 anni, si è introdotto dentro l’asilo dicendo di essere il padre di uno degli alunni, e subito dopo ha chiuso tutte le vie di fuga e ha tirato fuori un taglierino. Immediatamente sono arrivati sul luogo polizia e carabinieri, che hanno interdetto la zona a chiunque.
Le richieste[]
L’uomo aveva dapprima richiesto una telecamera della RAI, che riprendesse le sue richieste. Di fronte alle telecamere, esso ha chiesto che gli venissero riaffidati i terreni che gli erano stati espropriati nel comune di Bovi, nel reggino. Poi, quando il sindaco è intervenuto per cercare di aprire un dialogo con il sequestratore, esso ha chiesto 500.000 €, una casa e un lavoro. Intanto alcuni vicini di casa affermano alla stampa che l’uomo non aveva mai dato segni di squilibrio.
5 bambini rilasciati[]
L’uomo ha poi rilasciato 5 degli 11 bambini che si trovavano all’interno dell’asilo; dei quali uno è stato rilasciato poiché aveva bisogno di assumere farmaci, mentre un altro perché piangeva in continuazione. Sei bambini e un’insegnante sono rimasti all’interno dell’edificio insieme al sequestratore.
La fine del sequestro[]
Alle 15:30 circa l’uomo ha desistito ed ha ascoltato le parole del cugino, che lo invitavano ad uscire, rilasciando così i 6 bambini ancora sequestrati e l’insegnante.
Fonti[]
- «Uomo barricato in asilo Reggio Calabria rilascia cinque bambini» – Reuters, 13 febbraio 2008
- [EN] – «Italian nursery siege ends peacefully» – CNN, 13 febbraio 2008
- 13 febbraio 2008
May 21, 2007
Reggio Calabria: barista reagisce a una rapina e viene ucciso
Reggio Calabria: barista reagisce a una rapina e viene ucciso
lunedì 21 maggio 2007
A Bovalino, in provincia di Reggio Calabria, un uomo è stato ucciso per aver reagito a una tentata rapina, avvenuta nel suo bar. Rocco Aloisi, 56enne, lascia la moglie e i due figli. L’omicidio è avvenuto nel bar di cui era titolare, nel popoloso Borgo Sant’Ippolito a Bovalino, intorno alle 22:30.
L’omicida è entrato nel negozio, con un passamontagna in testa e armato di un fucile, ordinando al barista di consegnargli il denaro presente nella cassa. Probabilmente Rocco Aloisi ha abbozzato una reazione e questo ha scatenato la reazione del ladro, che ha freddato il barista. Vano è risultato il trasporto all’ospedale di Locri.
Fonti
- «Reagisce a tentativo di rapina, barista ucciso nella Locride» – la Repubblica, 20 maggio 2007
- 21 maggio 2007
January 15, 2007
Collisione tra aliscafo e nave cargo nello stretto di Messina: almeno 4 morti
Collisione tra aliscafo e nave cargo nello stretto di Messina: almeno 4 morti
lunedì 15 gennaio 2007
Attorno alle 18.15, ora locale italiana, un aliscafo in servizio di linea passeggeri dal porto di Reggio Calabria al porto Messina e una nave mercantile sono entrate in collisione un paio di miglia al largo del porto di Messina, nello Stretto di Messina
Secondo i bollettini diffusi prima delle ore 22, sono stati accertati almeno 4 morti (tutti membri dell’equipaggio) e almeno 88 feriti di cui, secondo quanto riferito dagli organi d’informazione, almeno sette in gravi condizioni. Il bilancio potrebbe non essere ancora definitivo.

Immagine satellitare dello Stretto di Messina
L’aliscafo era il “Segesta jet”, con a bordo 151 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio, che ha riportato danni ingenti. La nave mercantile è una nave portacontainer, la “Susan Borchard”, battente bandiera di Antigua e Barbuda
Nella tarda serata sono state trasmesse immagini dell’aliscafo: la sagoma della prua del portacontainer ha lasciato un ampio squarcio nella fiancata destra dell’aliscafo, distruggendo completamente la plancia di comando dell’imbarcazione. Fortunatamente l’aliscafo non è affondato. Sembra che i soccorsi siano stati allertati dagli stessi passeggeri mediante i loro telefoni cellulari, in quanto tutta la strumentazione di bordo era andata distrutta nella collisione.
La dinamica dell’incidente non è ancora chiara, ma sembra che la visibilità al momento dell’incidente fosse ottima.
Articoli correlati
- «Si sono svolti i funerali delle vittime della collisione nello Stretto di Messina» – Wikinotizie, 21 gennaio 2006
Fonti
- «Scontro aliscafo-nave al largo di Messina, due morti» – ANSA, 15 gennaio 2007
- «Messina, collisione mercantile-traghetto: almeno 2 morti» – Reuters, 15 gennaio 2007
- «Naufragio di Messina, i testimoni “Ci siamo tuffati, temevamo di morire”» – la Repubblica, 15 gennaio 2007
- «Scontro in mare: 88 feriti, vittime erano dell’equipaggio dell’aliscafo» – Corriere della Sera, 15 gennaio 2007
- [EN] – «Two die in Italy ferry collision» – BBC, 15 gennaio 2007
- «Scontro aliscafo-nave nello stretto: 4 morti» – ANSA, 15 gennaio 2007
- 15 gennaio 2007
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